Obesità in età evolutiva
Definizione.
Si parla di obesità in presenza di un eccesso di tessuto grasso che determina un peggioramento della salute. In età evolutiva i segni del peggioramento della salute non sono sempre facili da evidenziare, ma la ricerca ci permette di supporre la loro presenza.
Epidemiologia
La prevalenza dell’obesità negli ultimi 40 anni è in continuo aumento ed ha raggiunto valori preoccupanti sia tra gli adulti che fra i bambini. Tale aumento si è avuto non solo nei cosiddetti Paesi sviluppati, ma soprattutto in quelli in via di sviluppo.
In Italia, come in tutti i paesi industrializzati, l’eccesso di peso è il disturbo nutrizionale più frequente. In età pediatrica con la frequenza del 36%, riportata nei bambini delle scuole elementari nel 2008 dall’indagine nazionale biennale “Okkio alla Salute” abbiamo ottenuto il primato europeo e lo manteniamo, nonostante la riduzione al 30% nel 2016.
Uno studio condotto personalmente nelle scuole di Bologna nel 1974 ha dimostrato che il sovrappeso, aveva allora una prevalenza del 6% circa. L’obesità, cioè un eccesso di peso di maggiore entità, dell’1,5%. 30 anni dopo nel 2002 il sovrappeso aveva raggiunto il 22% e l’obesità il 6% (Tanas R et al 2006).
In tutti gli studi viene sempre evidenziata una maggiore prevalenza nelle fasce socio-economiche più disagiate, soprattutto per le forme di obesità severa (2,2%).
L’importanza del problema è aumentato dal fatto che l’80% circa di questi ragazzi restano tali in età adulta. Il rischio della persistenza è maggiore, quanto maggiore è l’eccesso ponderale, l’età del bambino e se il problema riguarda anche i genitori.
Il rischio di sviluppare complicanze si riduce con un calo di peso anche limitato: nell’adulto con un calo del 5-10% e anche meno. Basta ridurre la sedentarietà!
Diagnosi: BMI ovvero l’Indice di Massa Corporea
Per fare diagnosi di obesità, essendo complesso e costoso valutare la composizione corporea e la massa grassa, si utilizza l’Indice di Massa Corporea (BMI). Il BMI si ottiene dividendo il peso del soggetto, in Kg, per il quadrato della statura, in metri: (kg/m²). Per le persone adulte si considera normale un BMI compreso fra 19 e 24,9. E’ sovrappeso il soggetto con BMI compreso fra 25 e 29,9; obeso quello con BMI uguale o superiore a 30; gravemente obeso quello con BMI superiore a 40.
In età pediatrica la valutazione è più complicata per via della fisiologiche variazioni di statura, peso e percentuale di grasso. Il BMI va quindi confrontato con tabelle di valori normali per sesso ed età come quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I valori normali sono compresi fra -1 e +1 deviazioni standard (BMI fra il 15° e il 85° percentile), nei bambini di più di 5 anni di età il sovrappeso è fra 1 e 2 DS e l’obesità oltre le 2 DS. Oltre le 3 DS si parla di obesità severa.
Circonferenza della vita
E’ un utile parametro di valutazione, non solo dell’obesità, ma anche del rischio di alterazioni del metabolismo e cardiovascolari del bambino. Oggi si ritiene che dopo i 5 anni di età una circonferenza della vita superiore alla metà dell’altezza (CV: H > 0,5) indichi un aumento del rischio.
Se il bimbo dell’esempio precedente avesse circonferenza vita 98 cm, cioè CV:H = 0,65. Tale valore è elevato e si consiglia di gestirlo con l’aiuto del medico al più presto.
Cause
Studi storici sull’adulto dimostravano che il nostro corpo tende a mantenere il peso costante durante il corso della vita. Cambiando forzatamente l’apporto di calorie con gli alimenti, in eccesso o in difetto, il corpo aumenta o riduce la quota di energia spesa con variazioni di peso minime, che tendeva a sparire alla sospensione della forzatura sull’alimentazione. Anche il bambino crescendo tende a mantenere una crescita equilibrata, con costante rapporto peso/statura rispetto al sesso e all’età.
Oggi l’ambiente ha forzato questo meccanismo di auto-regolamentazione e causato questa nuova epidemia, perché l’organismo si difende in modo asimmetrico dall’aumento di peso rispetto alla sua riduzione: esiste una forte difesa verso il calo di peso, vissuto come una minaccia per la sopravvivenza chiamata “termogenesi adattativa”, ed una debole difesa, invece, contro l’eccessivo accumulo di riserve caloriche (adipe).
Fra le cause dell’obesità vi sono:
- la predisposizione genetica, che pare sia responsabile al 70-80%
- i fattori ambientali (inquinamento, riscaldamento, antibiotici, alimentazione, sedentarietà) che con meccanismo epigenetico cambiano la predisposizione del nostro corpo a prendere peso.
L’offerta alimentare è sempre più palatabile, proposta con insistenza, continuamente, in maniera subdola con strumenti chimici e psicologici dall’industria alimentare e dai media per aumentare i consumi e quindi i profitti. Invece l’attività motoria non è più indispensabile per sopravvivere e procurarsi il cibo ma richiede tempo e denaro.
Il nostro stile di vita è divenuto sempre più sedentario: nel lavoro come nel tempo libero l’attività fisica trova sempre meno spazio. Muoversi è una scelta o un lusso e non una necessità, come lo è stata per i nostri padri. Pochi decenni fa tutti i lavori comportavano un impegno muscolare; oggi muoversi è voluttuario e costoso. Lo “sportivo” in Italia è chi vede la partita alla TV sdraiato sul divano!
Tutto questo vale anche per i bambini. Passano ore seduti sui banchi di scuola e a casa seduti in compagnia di videogiochi Smartphone e TV. Il cortile, dove le generazioni precedenti, hanno passato ore piacevoli tutti i giorni è inesistente o deserto nelle nostre città.
Lo sport è troppo spesso sinonimo di competizione agonistica, che non solo non risponde ai desideri e ai bisogni dei bambini, ma anzi crea loro insoddisfazione, frustrazione e ansia per gli inevitabili insuccessi. Ciò può favorire l’isolamento e la ricerca di soddisfazioni alternative, quali quelle alimentari che la TV promuove garantendone efficacia e irresistibilità.
Sapevate che per percorrere 1-2 chilometri impieghiamo lo stesso tempo a piedi, in bus ed in metrò; per percorrere 6 km lo stesso tempo sia con l’auto che con la bici?!!
Oltre la genetica che è la principale, altre cause di eccesso ponderale sono:
- Le abitudini motorie delle nostre famiglie, dei nonni sempre più anziani e sedentari, che per paura di piccoli incidenti, prediligono la TV e i giochi sedentari piuttosto che il movimento e lo sport.
- La disponibilità di cibo in abbondanza, ad elevato contenuto di zuccheri e grassi, e l’incoraggiamento storico di genitori, nonni e media a mangiare di più, oggi inadeguato.
- La protezione eccessiva verso il freddo, che riduce il grasso bruno, quello che brucia i grassi e produce energia.
- La riduzione della quantità e qualità del sonno. E’ stato calcolato che noi tutti stiamo dormendo 7 minuti al giorno in meno ogni dieci anni. I ragazzi affascinati dalle nuove tecnologia molti di più e più in fretta.
Gli Obiettivi
Già da vari anni gli studiosi hanno dimostrato che per gli adulti un calo del 2-10% del peso iniziale mantenuto per anni è sufficiente per indurre notevoli miglioramenti sulla salute, oltre che sul benessere soggettivo, anche per le patologie associate al sovrappeso e in generale per tutte le altre patologie croniche. Tale piccolo obiettivo di calo ponderale (BMI – 2%) può essere accettato anche per gli adolescenti che hanno terminato la crescita in statura. Nel bambino, che sta crescendo, occorrono calcolatori particolari per definire il BMI SDS o zscore: è un ottimo risultato già mantenerlo costante, per esempio aumentando in peso in modo proporzionale alla statura. Il vostro pediatra vi può aiutare a calcolare il BMI SDS di vostro figlio e mostrarvi le sue variazioni durante il programma. Ma se volete provarci andate alla sezione
Anche se non è facile accettare un obiettivo piccolo, nell’era del “tutto e subito” dovete sapere che i risultati migliori sono quelli raggiunti lentamente e mantenuti nel tempo.
Raccomandiamo il confronto con i terapeuti per discutere tutti i punti poco chiari di questo testo e concordare con loro i tempi necessari per raggiungere e mantenere le mete desiderate.