Lo Stigma sul Peso in Età Evolutiva: Raccomandazioni e Strumenti per i Professionsiti Sanitari.Stigma Experienced by Children and Adolescents With Obesity.

Pont SJ, Puhl R, Cook SR, Slusser W; SECTION ON OBESITY; OBESITY SOCIETY. Pediatrics. 2017 Dec;140(6). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29158228

Abstract

The stigmatization of people with obesity is widespread and causes harm. Weight stigma is often propagated and tolerated in society because of beliefs that stigma and shame will motivate people to lose weight. However, rather than motivating positive change, this stigma contributes to behaviors such as binge eating, social isolation, avoidance of health care services, decreased physical activity, and increased weight gain, which worsen obesity and create additional barriers to healthy behavior change. Furthermore, experiences of weight stigma also dramatically impair quality of life, especially for youth. Health care professionals continue to seek effective strategies and resources to address the obesity epidemic; however, they also frequently exhibit weight bias and stigmatizing behaviors. This policy statement seeks to raise awareness regarding the prevalence and negative effects of weight stigma on pediatric patients and their families and provides 6 clinical practice and 4 advocacy recommendations regarding the role of pediatricians in addressing weight stigma. In summary, these recommendations include improving the clinical setting by modeling best practices for nonbiased behaviors and language; using empathetic and empowering counseling techniques, such as motivational interviewing, and addressing weight stigma and bullying in the clinic visit; advocating for inclusion of training and education about weight stigma in medical schools, residency programs, and continuing medical education programs; and empowering families to be advocates to address weight stigma in the home environment and school setting.

 

Stigma subito da bambini e adolescent con obesità.

Riassunto

La stigmatizzazione delle persone affette da obesità è diffusa e causa danni. Lo stigma del peso è spesso tollerato nella società nella convinzione che stigma e vergogna motivino a perdere peso. Tuttavia, piuttosto che motivare ad un cambiamento, questo stigma contribuisce a comportamenti come l’abbuffata, l’isolamento sociale, il rifiuto delle cure sanitarie, la diminuzione dell’attività fisica e quindi causa aumento di peso, peggiora l’obesità e crea ulteriori ostacoli al cambiamento. Inoltre, le esperienze di stigmatizzazione del peso compromettono drasticamente la qualità della vita, specialmente per i giovani. Gli operatori sanitari continuano a cercare strategie e risorse efficaci per affrontare l’epidemia di obesità; tuttavia, spesso mostrano anche loro problemi di peso e comportamenti stigmatizzanti. Questa dichiarazione mira a sensibilizzarli in merito alla prevalenza e agli effetti negativi dello stigma del peso sui pazienti in età evolutiva e sulle loro famiglie e fornisce 6 pratiche cliniche e 4 raccomandazioni ai pediatri per affrontare lo stigma del peso. In sintesi, queste raccomandazioni mirano al miglioramento dell’impostazione clinica con l’adozione di pratiche di comportamento e linguaggio non distorti. Per ottenere ciò occore usare tecniche di counseling empatico e responsabilizzante, come l’intervista motivazionale; affrontare lo stigma del peso e il bullismo nella visita ambulatoriale; programmare la formazione professionale sullo stigma del peso nelle Scuole di Medicina e nelle Scuole di Specializzazione; invitare le famiglie a difendere i bambini e gli adolescenti dallo stigma sul peso anche nell’ambiente domestico e scolastico.

 Approfondimento

L’obesità è una malattia difficile da trattare. Molti fattori sono in gioco e sono difficili da affrontare in modo efficace durante un breve incontro in ambulatorio. Le attese dei professionisti sanitari riguardo all’obesità possono influenzare le interazioni con i pazienti e involontariamente comunicare stigma, colpa o giudizio quando si tenta di aumentare la motivazione del paziente per il cambiamento. Sfortunatamente, le prove mostrano che questi approcci rischiano di compromettere, piuttosto che migliorare, i comportamenti di salute e i risultati di peso. Inoltre, il disagio emotivo sperimentato da pazienti che si sentono stigmatizzati può aumentare il drop out verso cure di lunga durata.

L’assistenza sanitaria, la comunità e gli ambienti educativi possono essere fonti di sostegno; tuttavia, al momento, molti di questi ambienti contribuiscono ad aumentare, piuttosto che ad affrontare, lo stigma del peso dei pazienti.

Gli operatori sanitari pediatrici possono svolgere un ruolo importante per affrontare la stigmatizzazione delle persone con obesità e aumentare la consapevolezza che tale stigmatizzazione non riduce l’obesità né migliora i comportamenti salutari. Esaminando i propri pregiudizi, modellando la comunicazione e il proprio comportamento verso i bambini e le famiglie con obesità e adottando misure per affrontare lo stigma del peso con il personale dei loro ambulatori e nella comunità, gli operatori sanitari pediatrici possono apportare importanti cambiamenti nella cultura della cura per questi bambini. Con un lavoro per ridurre lo stigma sul peso, gli interventi terapeutici possono sostenere in modo più efficace e responsabilizzare i pazienti a migliorare la loro salute.

Raccomandazioni per migliorare la pratica clinica

L’American Academy of Pediatrics raccomanda ai pediatri di impegnarsi a mitigare la stigmatizzazione del peso nella pratica clinica e non solo in quella. Le seguenti raccomandazioni offrono strategie pratiche per i pediatri.

  1. Fare da Modello. È importante per i pediatri e gli operatori sanitari pediatrici mostrare, facendo da modello, con colleghi, personale e tirocinanti un comportamento professionale che sia di supporto e non deridente verso i bambini e le famiglie con obesità. Questo lavoro deve partire dal riconoscimento della complessa eziologia dell’obesità, del ruolo preponderante dei fattori genetici e socioeconomici, dei fattori ambientali e della comunità, accanto a quello delle tradizioni familiari e culturali e delle scelte individuali. Questo riconoscimento può aiutare a ridurre gli stereotipi comuni che danno vergogna e giudizio agli individui per il loro eccesso di peso o per la difficoltà a realizzare una perdita di peso.
  2. Linguaggio e scelta delle parole. È importante che i pediatri e gli operatori sanitari pediatrici utilizzino un linguaggio appropriato, sensibile e non stigmatizzante nella comunicazione con bambini, giovani, famiglie e membri del team sanitario pediatrico. Le parole possono guarire o danneggiare, intenzionalmente e involontariamente. Recenti evidenze mostrano che le parole neutre come “peso” e “indice di massa corporea” sono preferite dagli adolescenti con sovrappeso e obesità, mentre termini come “obesi”, “estremamente obesi”, “grassi” inducono sentimenti di tristezza , imbarazzo e vergogna, se usate dai genitori per descrivere il peso corporeo dei loro figli. Inoltre, usare le parole riferite dalla persone in cura è un passo per ridurre un linguaggio potenzialmente stigmatizzante, e sta emergendo come la metodica preferita per affrontare l’obesità e altre malattie con disabilità. Quando si appella una persona si deve porre l’individuo prima della condizione medica o della disabilità con frasi come “bambino con obesità” piuttosto che “bambino obeso”.
  3. Documentazione clinica. L’obesità è una diagnosi medica con conseguenze sulla salute, quindi è importante che i bambini e le famiglie comprendano i rischi per la salute attuali e futuri associati al grado di eccesso ponderale. Tuttavia, questo dovrebbe essere affrontato con un approccio equilibrato ed empatico in modo che le informazioni siano trasmesse e comprese in modo sensibile e che da supporto.

Usando termini più neutri, come “peso insalubre” e “peso molto malsano”, sia nelle note cliniche che nel parlare con pazienti e familiari si può migliorare la comunicazione. Le cartelle cliniche elettroniche e la nomenclatura dei codici medici potrebbero utilizzare termini quali “peso non salutare” e “peso molto insano” al posto di “obesità” e “obesità morbigena” negli elenchi di codificazione delle patologie per supportare ulteriormente l’uso di un linguaggio sensibile ai pensieri del paziente negli incontri clinici.

  1. Consigli per il cambio di comportamento. Oltre alla scelta specifica delle parole, si raccomanda che gli approcci al cambiamento del comportamento siano empatici e incentrati sulla famiglia, come prevede l’intervista motivazionale usata per supportare i pazienti e le famiglie a fare cambiamenti per la salute. Attraverso interviste motivazionali, gli operatori sanitari si impegnano in modo collaborativo col paziente e / i genitori nell’aiutarli a definire i loro obiettivi e affrontare gli ostacoli al raggiungimento del cambiamento del comportamento di salute.
  2. Ambiente clinico. I pediatri dovrebbero creare uno spazio clinico sicuro, accogliente e non stigmatizzante per bambini e ragazzi con obesità e le loro famiglie. Ciò richiede la creazione di un ambientazione che accoglie pazienti di diverse corporature, dall’ingresso alla clinica alle sale di visita e d’esami (Appendice 1).
  3. Valutazione psicofisica completa. Affrontare lo stigma del peso nella pratica clinica richiede che i pediatri valutino non solo le comorbidità fisiche, ma anche quelle psicologiche associate all’obesità, tra cui bassa autostima, scarso rendimento scolastico, depressione e ansia. Queste sono spesso trascurate, mentre possono suggerire atti di bullismo.

Ridurre lo stigma del peso
La creazione di un ambiente sano per i pazienti è fondamentale per prevenire e curare efficacemente l’obesità. Fa parte di questo impegno promuovere un ambiente che sostenga e responsabilizzi i giovani e le famiglie con obesità a essere sani, piuttosto che rafforzare la vergogna o lo stigma sociale nei loro confronti. Pertanto, i pediatri possono essere importanti attori nel ridurre lo stigma del peso in più contesti.

  1. Scuole. I pediatri possono collaborare con le scuole per garantire che le politiche anti-bullismo includano protezioni per gli studenti vittime di bullismo sul peso. Dato che il bullismo basato sul peso è spesso assente nelle politiche scolastiche, l’impegno degli operatori sanitari potrebbero svolgere un ruolo importante.
  2. Media mirati ai giovani. È importante che i pediatri e gli operatori sanitari pediatrici sostengano una rappresentazione responsabile e rispettosa delle persone con obesità nei media. Si preoccupino di diffondere cultura contro le rappresentazioni stigmatizzanti nei media (ad esempio, opinioni e commenti, lettere agli editori, presentazioni professionali o commenti sui social media) per aumentare la consapevolezza dello stigma di peso, particolarmente dannoso per i bambini, che può rafforzare lo stigma sociale.
  3. Formazione professionale. È importante che i pediatri e le istituzioni professionali sostengano l’inclusione della formazione sullo stigma del peso nei programmi di studio della scuola e della professione medica e sostengano programmi di formazione continua per i medici praticanti.

4.Formazione dei genitori. È importante che i pediatri e gli operatori sanitari pediatrici lavorino per aiutare le famiglie e i pazienti a gestire e affrontare lo stigma del peso nelle scuole, nelle comunità e nelle loro case. I pediatri possono incoraggiare i genitori a informarsi attivamente con gli insegnanti e il personale amministrativo scolastico per assicurarsi che siano in atto piani per affrontare la vittimizzazione sul peso nelle loro istituzioni. Ai genitori dovrebbe essere chiesto di stare in allerta sullo stigma del peso a casa, di cui amici e familiari possono essere fonte. Infine, poiché i tassi di obesità sono più alti nelle comunità che sono a rischio dal punto di vista socio-economico e nelle comunità di colore, lo stigma aggiuntivo attribuibile a razza, situazione socioeconomia e sesso potrebbe ulteriormente aggravare quello sul peso.

Appendice Risorse per i professionisti e membri della comunità per affrontare lo stigma sul peso.

  1. Un primo passo nell’affrontare lo stigma del peso è diventare consapevoli dei propri atteggiamenti e pensieri sul peso corporeo. Il Rudd Center dell’Università del Connecticut ha messo online diverse risorse per aiutare gli operatori sanitari a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stigma, a capire in che modo lo stigma del peso può influire sulla cura del paziente e ad adottare misure per il suo contenimento. Le risorse includono video educativi e un corso di formazione medica permanente online (http://ruddcentercme.org).
  2. L’American Academy of Pediatrics Institute per Healthy Childhood Weight ha sviluppato la risorsa online gratuita “ChangeTalk: Childhood Obesity” (https://go.kognito.com/ changetalk) per i professionisti sanitari per apprendere e praticare il colloquio motivazionale con avatar interattivi e incontri simulati con paziente e genitore affetti da obesità.
  3. Si consiglia di porsi le seguenti domande per identificare aree di miglioramento di un ambiente ambulatoriale e renderlo più adeguato:
  • Le sedie nella sala d’attesa sono in grado di sostenere il peso di un paziente o di un genitore di peso corporeo elevato?
  • Le sedie hanno braccioli che potrebbero impedire a un genitore o paziente più grande di potersi sedere comodamente?
  • Sono disponibili materiali di lettura per pazienti che supportano cambiamenti di stile di vita sani o invece promuovono inavvertitamente immagini del corpo e diete non salutari?
  • Quando un paziente viene visitato la bilancia è in un’area riservata e può pesare con precisione un paziente più pesante?
  • Ci sono i bracciali per la pressione sanguigna che possono fornire una lettura accurata al suo braccio?
  • Ci sono camici che consentano ai pazienti più pesanti di sentirsi a proprio agio e non eccessivamente esposti quando li usano?
  1. The Obesity Action Coalition, The Obesity Society e Rudd Center for Food Policy e Obesity hanno pubblicato linee guida per la rappresentazione di individui con obesità nei media (http://www.obesityaction.org/ wp- content / uploads / Guidelines – per- Media-ritratti- di- Individui- affetti- da- obesità- 2016.pdf).

Queste linee guida includono le seguenti sezioni:

  • Rispetto della diversità ed evitamento dello stereotipo;
  • Linguaggio e terminologia appropriati;
  • Copertura equilibrata e accurata del corpo con obesità;
  • Immagini appropriate degli individui colpiti da obesità.

Seguire linee guida come queste nella comunicazione sanitaria può aiutare a garantire che i messaggi siano rispettosi e di supporto alle persone con obesità piuttosto che contribuire allo stigma sociale.

  1. Per risorse di supporto per i genitori riguardo al bullismo sul peso a scuola, visitare il Centro Rudd dell’Università del Connecticut (http: // www.ruddrootsparents.org/ weight- bias- and- bulllying.

Meccanismi con i quali lo Stigma sul peso sostiene e aggrava l’epidemia dell’Obesità soprattutto delle donne e dei bambini. Stigma and the perpetuation of obesity.

Brewis AA. Soc Sci Med. 2014 Oct;118:152-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25124079

Abstract Even as obesity rates reach new highs, the social stigmatization of obesity seems to be strengthening and globalizing. This review identifies at least four mechanisms by which a pervasive environment of fat stigma could reinforce high body weights or promote weight gain, ultimately driving population-level obesity. These are direct effects through behavior change because of feeling judged, and indirect effects of social network changes based on stigmatizing actions and decisions by others, psychosocial stress from feeling stigmatized, and the structural effects of discrimination. Importantly, women and children appear especially vulnerable to these mechanisms. The broader model provides an improved basis to investigate the role of stigma in driving the etiology of obesity, and explicates how individual, interpersonal, and structural dimensions of stigma are connected to variation in health outcomes, including across generations.

 Stigma e cronicizzazione dell’obesità. Riassunto

Nonostante la prevalenza dell’obesità sia in aumento, la stigmatizzazione sociale nei suoi confronti sembra rafforzarsi e globalizzarsi. Questa revisione identifica almeno 4 meccanismi mediante i quali un ambiente stigmatizzante pervasivo potrebbe facilitare il mantenimento di un peso corporeo elevato o promuoverne l’ulteriore aumento, sostenendo l’epidemia di l’obesità nella popolazione. Si tratta di effetti diretti mediati dal cambiamento dei comportamenti secondari al sentirsi giudicati ed effetti indiretti mediati dai cambiamenti dei social network realizzati con azioni stigmatizzanti e derisioni, lo stress psicosociale del sentirsi stigmatizzati e gli effetti strutturali della discriminazione. È importante sottolineare che donne e bambini sembrano particolarmente vulnerabili a questi meccanismi. Il modello fornisce una base per capire il ruolo dello stigma nell’influenzare l’eziologia dell’obesità e spiega in che modo le dimensioni individuali, interpersonali e strutturali dello stigma possano modificare l’esito dei trattamenti sanitari e l’evoluzione dell’obesità nelle varie generazioni.

Approfondimento per conoscere meglio questi 4 meccanismi

Sappiamo che le persone con obesità fanno molta fatica a tornare normopeso e a rimanere tali. L’articolo si domanda se lo stigma è uno dei fattori di mantenimento dell’eccesso di peso e come.

Ecco i 4 meccanismi che interagiscono far loro potenziandosi:

1 Effetto diretto sui comportamenti

Le persone che hanno interiorizzato lo stigma sul corpo sono meno motivate ad essere fisicamente attive. Video stigmatizzanti inducono soprattutto gli adolescenti (Haines 2016) a mangiare di più, essere sempre a dieta, fare abbuffate. Restrizione e perdite di controllo portano ad aumento del peso e modificano il metabolismo a vita. Queste persone chiedono meno cure adeguate, ma più “doctor shop” e soluzioni chirurgiche. Avendo minor self-efficacy e autostima, non credono di essere capaci di curarsi e più spesso di altre evitano o abbandonano le cure.

2.Effetti indiretti dello stress psicosociale

Sentirsi discriminati è una potente sorgente di stress e lo stress fa aumentare il peso ed il grasso viscerale, come già dimostrato per lo stigma raziale, per un effetto sull’asse ipotalamo- ipofisi – surrene (HPA) e sul sistema simpatico che portano un cronico aumento di catecolamine e glicocorticoidi. Se la discriminazione interviene precocemente, in età evolutiva, induce comportamenti meno salutari a vita. L’esposizione a messaggi stigmatizzanti sul peso porta a mangiare di più, soprattutto le donne che si sentono sovrappeso. Lo stigma contribuisce a indurre depressione, soprattutto nei bambini e nelle donne, effetto che si somma al meccanismo precedente: comportamenti alimentari insani aumentano il rischio di depressione e i sintomi della depressione predicono un mangiare disordinato. Lo “stress” sarebbe massimo quando le persone temono che i loro comportamenti (come mangiare cibi ipercalorici o essere sedentari) stiano rafforzando gli stereotipi relativi alla loro categoria. Questa paura porta a comportamenti inadeguati, come il consumare una quantità eccessiva di cibo, coerenti con lo stereotipo. Lo stress è maggiore quando la persona interiorizza lo stereotipo.

  1. Effetti indiretti legati alle relazioni sociali

Le persone obese hanno proporzionalmente più persone sovrappeso o obese nelle loro reti sociali. Le reti potrebbero essersi così ristrette, perché i non obesi si ritirano dalla relazione con le persone con obesità per evitare contaminazione (“stigma di cortesia”) o le persone con obesità affrontano lo stigma ritirandosi socialmente, fenomeno che si manifesta molto presto, nell’infanzia. Lo stigma può cambiare la composizione della rete dato che le persone cercano relazioni con coloro che condividono la loro condizione e offrono comprensione, accettazione e supporto emotivo. Persone con BMI basso o elevato tendono ad aggregarsi per la condivisione di norme sociali e dimensioni corporee o piuttosto di comportamenti sociali come alimentazione ed esercizio fisico.

  1. Effetti indiretti della discriminazione

L’obesità porta a minori opportunità di lavoro e povertà, ma la povertà porta a minori possibilità di scegliere l’alimentazione, avere tempo per cucinar, svolgere attività, vivere in quartieri sicuri e con opportunità di fare attività. La povertà e l’insicurezza ambientale e sanitaria causa stress e collega il meccanismo 4 al 3 ed al 2. Lo stigma sul peso, inoltre, si somma a quello per razza e stato sociale aumentandone gli effetti.

CONCLUSIONI

Questa recensione suggerisce che ci sono buoni motivi per pensare che lo stigma e la discriminazione legati al peso corporeo possano contribuire al mantenimento e all’aumento del peso attraverso meccanismi multipli, auto rinforzanti operanti su più scale. Anche se ciascuno di questi meccanismi può causare solo piccoli incrementi o il mantenimento del peso, più meccanismi deboli, interagendo in un sistema biosociale allargato, potrebbero cooperare insieme per aumentare l’obesità della popolazione. E, poiché l’esposizione allo stigma e alla discriminazione legati al peso tende ad aumentare, c’è la possibilità che studi sulla comprensione dell’obesità rivelino potenti cicli auto-rinforzanti capaci di agire per amplificare sia la sofferenza emotiva che la crescita di peso nelle generazioni con effetti intergenerazionali. Donne, adolescenti e bambini appaiono più vulnerabili, suggerendo l’invito pratico ad un approccio particolarmente sensibile non giudicante/stigmatizzante ai bambini in sovrappeso e obesi oggetto di stigma.